Ferruccio Busoni

F

Sergio Sablich
BUSONI

Edizioni – EDT – Torino – 1982

Dai risvolti di copertina:

Sommo pianista, trascrittore geniale, straordinario didatta, pensatore acutissímo, compositore versatile e fecondo, Busoni appare oggi il capofila di quella schiera di inattuali che in vita ottennero un riconoscimento soltanto parziale, ma che pure ebbero un grandissimo peso nella musica e nella cultura del loro tempo. Uomo e artista di frontiera, italiano di nascita e tedesco di adozione, esecutore e creatore, cultore appassionato della tradizione e tenace assertore del nuovo, Busoni sembrò già in vita figura inafferrabile e problematica, senza una ben definita identità. Questa immagine si perpetuò ancor più netta dopo la sua morte, ed è ancora oggi la sua immagine.
E tuttavia la sua presenza storica è imprescindibile per chi voglia rendersi conto, per cosiddire dall’interno di una carriera esemplare e sotto alcuni aspetti quasi tragica, dei problemi e delle tensioni che hanno caratterizzato la musica occidentale a cavallo tra Ottocento e Novecento. Gíacché l’ombra di Busoni ha continuato ad esercitare la sua influenza, paradossalmente, in misura inversamente proporzionale al riconoscimento e all’acquisizione fattiva della sua figura reale di creatore.
Questo volume vuole anzitutto proporre una riflessione sul problema Busoní nella sua totalità, cercando di mettere a fuoco la sua figura e le sue opere in un quadro organico e il più possibile documentato. Articolando il lavoro in cinque capitoli, ognuno dei quali esaurisce in sé un nodo particolare dell’attività di Busoni, più un epilogo, al quale spetta avviare un’interpretazione finale della sua personalità nella musica del Novecento, l’Autore ha proceduto con criteri ad un tempo analitici e sintetici, nell’intento di ricomporre, dopo averla suddivisa e scandagliata, quell’unítà ínscindibile ed eterna dell’agire umano ed artistico che della polivalente e poliedrica opera di Busoni fu sempre credo assoluto.
Completano il volume un ampio apparato di appendici, tra le quali l’opuscolo di Hans Pfitzner, Pericolo futurista, per la prima volta in traduzione italiana, e il catalogo riveduto e completo (che, anche alla luce di recenti fondamentali ricerche, può dirsi ad oggi definitivo) delle opere edite ed inedite, nonché delle revisioni, trascrizioni, cadenze ed elaborazioni su e da musiche altrui.
Sommo pianista, trascrittore geniale, straordinario didatta, pensatore acutissímo, compositore versatile e fecondo, Busoni appare oggi il capofila di quella schiera di inattuali che in vita ottennero un riconoscimento soltanto parziale, ma che pure ebbero un grandissimo peso nella musica e nella cultura del loro tempo. Uomo e artista di frontiera, italiano di nascita e tedesco di adozione, esecutore e creatore, cultore appassionato della tradizione e tenace assertore del nuovo, Busoni sembrò già in vita figura inafferrabile e problematica, senza una ben definita identità. Questa immagine si perpetuò ancor più netta dopo la sua morte, ed è ancora oggi la sua immagine.
E tuttavia la sua presenza storica è imprescindibile per chi voglia rendersi conto, per cosiddire dall’interno di una carriera esemplare e sotto alcuni aspetti quasi tragica, dei problemi e delle tensioni che hanno caratterizzato la musica occidentale a cavallo tra Ottocento e Novecento. Gíacché l’ombra di Busoni ha continuato ad esercitare la sua influenza, paradossalmente, in misura inversamente proporzionale al riconoscimento e all’acquisizione fattiva della sua figura reale di creatore.
Questo volume vuole anzitutto proporre una riflessione sul problema Busoní nella sua totalità, cercando di mettere a fuoco la sua figura e le sue opere in un quadro organico e il più possibile documentato. Articolando il lavoro in cinque capitoli, ognuno dei quali esaurisce in sé un nodo particolare dell’attività di Busoni, più un epilogo, al quale spetta avviare un’interpretazione finale della sua personalità nella musica del Novecento, l’Autore ha proceduto con criteri ad un tempo analitici e sintetici, nell’intento di ricomporre, dopo averla suddivisa e scandagliata, quell’unítà ínscindibile ed eterna dell’agire umano ed artistico che della polivalente e poliedrica opera di Busoni fu sempre credo assoluto.
Completano il volume un ampio apparato di appendici, tra le quali l’opuscolo di Hans Pfitzner, Pericolo futurista, per la prima volta in traduzione italiana, e il catalogo riveduto e completo (che, anche alla luce di recenti fondamentali ricerche, può dirsi ad oggi definitivo) delle opere edite ed inedite, nonché delle revisioni, trascrizioni, cadenze ed elaborazioni su e da musiche altrui.

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