Fondi Sablich

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Questa sezione contiene i documenti e le testimonianze ricevute per i Fondi realizzati grazie alla donazione del materiale appartenente a Sergio Sablich. L’obiettivo per il futuro è quello di avere a disposizione sul sito anche gli archivi di tutti i materiali che vengono via via realizzati dai donatari, che ad oggi sono, in ordine di invio del materiale, la Casa della Musica di Parma e il Conservatorio di Ferrara (Giugno 2006), il Centro di ricerca e produzione nel campo delle tecnologie musicali (Mart) in collaborazione con il Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze (Luglio 2007), e il Museo Nazionale del Cinema di Torino (ottobre 2007). Manca la bella lettera del Direttore del Conservatorio di Ferrara, disattivata per errore, che sarà nuovamente inserita la prossima settimana.

 

Museo Nazionale del Cinema di Torino, 5 Marzo 2008

Chissà se Sergio avrebbe apprezzato la decisione  della famiglia Sablich di affidare al Museo Nazionale del Cinema di Torino una  delle sue collezioni più amate: quella dedicata al grande maestro Ingmar  Bergman e a tutto il cinema svedese. Certo, per il Museo questa donazione ha  rappresentato un arricchimento straordinario del suo patrimonio: 840 volumi  raccontano la fortuna editoriale incontrata da Bergman non solo in Italia ma  ovunque, nel mondo, con edizioni che spaziano dagli Stati Uniti alla Russia,  dal Brasile all’Ungheria, dalla Repubblica Ceca alla Danimarca; circa 1000  periodici offrono a studiosi di molti paesi la possibilità di esplorare nuovi  orizzonti critici sul lavoro di un artista spesso a cavallo tra linguaggi espressivi  differenti; ben 290 videocassette sono un altro tassello della dedizione  assoluta, da vero collezionista, che Sergio Sablich nutriva nei confronti del  cineasta svedese, di cui ha documentato tutto il documentabile, dall’opera  cinematografica (che comprende preziosi cofanetti in edizione limitata) a  quella teatrale e televisiva fino agli “special” sul regista; un centinaio di  DVD ricostruisce in maniera esaustiva il catalogo dei titoli presenti sul  mercato internazionale fino al 2005; più di 500 manifesti, locandine,  fotosoggetti e altri materiali pubblicitari testimoniano il lancio promozionale  dei film e delle opere teatrali di Bergman in diversi paesi del mondo; per non  parlare del fondo di foto, ancora in fase di studio, che ci permette di  “curiosare” dietro le quinte e di conoscere aspetti inediti dell’opera del  maestro.

Difficile non rimanere impressionati di fronte  all’indiscutibile ricchezza e spesso unicità di questi documenti che rendono il  Museo un vero e proprio “centro della memoria” bergmaniana, a detta di molti  uno dei più importante sul piano internazionale, e che hanno naturalmente  portato la facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Torino (per  altro da anni sensibile alla cultura scandinava e promotrice del Centro Studi  sullo Spettacolo Nordico) ad affiancare il Museo nella sua opera di tutela e  conservazione della collezione Sablich. L’entusiasmo di studiosi come Giulia  Carluccio e Franco Perrelli, docenti del Dams di Torino, si è felicemente  concretizzato nel destinare un progetto di dottorato di ricerca della durata di  tre anni allo studio e alla valorizzazione del fondo. Ad assumerne l’incarico è  stata Azzurra Camoglio che, dopo aver esaminato il fondo nelle sue  articolazioni principali, provvederà a schedare tutti i materiali sotto la  guida degli esperti del Museo Nazionale del Cinema. Tra i futuri progetti, si  prevede la digitalizzazione dei materiali e l’organizzazione di convegni e  momenti di studio che rendano omaggio alla passione di Sergio Sablich.

Museo Nazionale del Cinema, Torino, 5 marzo 2008

 

Centro Internazionale di Ricerca sui Periodici Musicali
6 Giugno 2007

Oltre 1000 pubblicazioni costituiscono il fondo Sergio Sablich donati dalla Famiglia al Centro Internazionale di Ricerca sui Periodici Musicali (CIRPeM) di Parma. Periodici e programmi di sala italiani e stranieri che in gran parte testimoniano una doppia matrice culturale equamente divisa tra cultura italiana e cultura mitteleuropea, e che, almeno in parte, seguono fedelmente il percorso professionale di Sergio Sablich nell’ambito delle più prestigiose realtà di produzione del nostro Paese, da Torino a Milano a Firenze. Tuttavia, è forse in quella parte di pubblicazioni che fanno riferimento alla matrice culturale mitteleuropea che si ritrova una peculiarità tutta speciale e non troppo diffusa tra gli studiosi e gli operatori culturali italiani: in questo filone si collocano, in particolare, le preziossime raccolte dei programmi del Salzburger Festspiele e soprattutto della Bayerische Staatsoper, che costituiscono un insostituibile e da noi abbastanza raro strumento di studio e di lavoro per gli studiosi e i frequentatori del Centro Internazionale di Ricerca sui Periodici Musicali.

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