Luigi Dallapiccola – Tartiniana seconda, divertimento per violino e orchestra

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Luigi Dallapiccola – Tartiniana seconda, divertimento per violino e orchestra

«Il mio fraterno amico, il violinista Sandro Materassi, cui quest’opera è dedicata, mi aveva portato da Padova numerosissime fotocopie di manoscritti di Giuseppe Tartini (1692-1770); studiai questo materiale e così ebbero vita due lavori che intitolai Tartiniana. In generale i temi del grande violinista istriano sono esposti senza modificazioni; lievi modificazioni intervengono qualora queste siano necessarie alla costruzione di canoni». Nata nel 1955-’56 per violino e pianoforte, la Tartiniana seconda fu strumentata da Dallapiccola per orchestra da camera prendendo a modello il lavoro omonimo, intitolato Tartiniana, scritto cinque anni prima. Ancora una volta ci troviamo di fronte a un’opera tonale, l’ultima prima dell’adozione integrale e definitiva della dodecafonia, basata tuttavia sull’«applicazione di canoni diversissimi», che in un certo senso prefigurano un tipo di solare serenità, espressione di quella gioia di contrappuntistico.

Il filone tartiniano di Dallapiccola è un filone di solare serenità, espressione di quella gioia di comunicare che riluce sempre al fondo della sua natura musicale anche nelle opere più difficili ed elaborate, magari solo a squarci. La Tartiniana seconda è un «Divertimento» in un duplice senso, uno storico (il Divertimento come forma del comporre settecentesca, costituita da una serie

di movimenti di danza di carattere alterno) e uno per così dire privato: la gioia di scrivere una musica «semplice» e «accessibile» intrisa di memorie del passato ma in funzione del presente, indirizzata cioè verso orizzonti linguistici novecenteschi. Sovente i canoni diversissimi o frammenti di essi sono sovrapposti polifonicamente, sì da generare intrecci fra le varie voci che fondono con naturalezza il parametro melodico con quello timbrico: e ciò si evidenzia soprattutto nella versione orchestrale, che conferisce al violino un più marcato accento solistico, e presenta al centro un Intermezzo puramente orchestrale aggiunto appositamente per questa versione. Dal punto di vista formale il processo compositivo, aperto da una Pastorale e proseguito da un Tempo di Bourrée, dall’Intermezzo e da un Presto, leggerissimo, culmina nelle Variazioni dell’ultimo movimento, ove consapevolmente il virtuosismo delle combinazioni canoniche e la stessa sapienza costruttiva varcano le soglie di una severa e dolorosa intensità tutta moderna.

Lev Markiz / Mauro Loguercio, Orchestra “A. Scarlatti” di Napoli della Rai – Radiotelevisione italiana
RAI – Radiotelevisione italiana, Sede Regionale per la Campania, Autunno Musicale a Napoli 1985

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