Sergio Sablich racconta Arabella

S

Sergio Sablich racconta Arabella

Musica Viva per il Teatro alla Scala, Stagione Opera e balletto 1991/1992


Commedia lirica in tre atti della durata di circa due ore e mezzo
su libretto di Hugo von Hofmannsthal (1874-1929), l’ultimo da lui scritto per la musica di Richard Strauss (1864-1949) rappresentata la prima volta al Teatro dell’Opera di Stato di Dresda
il 1° luglio 1933, partitura di 532 pagine cantata in lingua originale tedesca.

 
Un secondo Cavaliere della rosa, aveva chiesto Strauss a Hugo von Hofmannsthal. E il poeta aveva risposto: “”Sì, ma diverso. Non si può fare due volte lo stesso””. Sembra già una battuta della commedia lirica che stiamo per ascoltare, Arabella. L’epoca non è più quella del rococò viennese di Maria Teresa, bensì l’Ottocento dell’ufficialità della monarchia austroungarica di Francesco Giuseppe. Invece dei signori delle grandi casate troviamo gente di mondo, giocatori e uomini semplici. Non ci si incontra più nei palazzi, ma negli alberghi e nelle pubbliche sale da ballo. Di battute proverbiali, che la musica di Strauss amplifica attraverso il canto e l’orchestra, con quella bellezza un po’ malinconica che già annuncia il crepuscolo, quest’opera è straordinariamente ricca. C’e il senso grandioso del destino, anzi dei destini che si rincorrono e sembrano sfuggirsi, per ritrovarsi alla fine nella solennità di un gesto rituale. Ma c’e anche l’ironia di chi sa che nel gioco dei casi della vita il teatro è un travestimento, una meravigliosa finzione. Afferma la cartomante all’inizio dell’opera: “”Le carte non mentono””. A lei farà eco Arabella: “”Ma quello giusto, se ve n’e uno per me a questo mondo, dovrà presentarsi una buona volta, qui davanti a me””. Questa melodia del destino, intonata da Arabella nel primo atto, non si scorda più: dopo la rivelazione, tornerà più volte, intatta, per suggellare il lieto fine dell’opera.

L’azione si svolge a Vienna nel Carnevale del 1860. e precisamente tra la mattina e la notte del martedì grasso. I1 conte Waldner, ufficiale di cavalleria a riposo, vive con la moglie e le due figlie. Arabella e Zdenka, in un grande albergo del centro. La passione per il gioco 1’ha rovinato, costringendolo a nascondersi dagli assalti dei creditori. Sua moglie, 1’eccentrica Adelaide, ha avuto un’idea: ha camuffato Zdenka da ragazzo, per far sì che tutte le attenzioni dei corteggiatori si indirizzino su Arabella. Solo un matrimonio rapido e ricco potrà infatti salvare la famiglia dal disastro. Tre aristorratici e un ufficiale si contendono la mano di Arabella: i Conti Elemer, Dominik, Lamoral e l’ufficiale dei cacciatori Matteo. Ma di quest’ultimo è innannorata Zdenka. Costretta a celarsi non può far altro che inviargli appassionate lettere d’amore, firmandole con il nome di Arabella: disposta al sacrificio pur di salvare i suoi.

Quando si apre il sipario, Adelaide è nel suo appartamento, intenta a scrutare le carte in compagnia di una cartomante: Zdenka, anzi Zdenko, ha il suo daffare per respingere i creditori. Se è vero che le carte non mentono, è anche vero che le loro profezie si prestano a molte interpretazioni: sia Adelaide che Zdenka possono dunque vedere in esse la loro verità. Ma c’e una verità più profonda della fortuna: ed è quella che la musica comincia ad elaborare dopo aver introdotto i temi dei personaggi e delle situazioni dell’opera, con una preveggenza che non inganna.

Un concitato duetto fra Zdenko e Matteo, venuto a chiedere notizie di Arabella e a confidarsi con colei che egli crede un amico e un alleato, precede 1’entrata di Arabella stessa. Poche, semplici parole di dialogo sono il modo, unico di Strauss, di presentare l’eroina: c’è in questa giovane donna una stanchezza antica, ma anche una freschezza pronta allo slancio vitale. Come la divertono le attenzioni dei nobili spasimanti, verso i quail mostra superiorità e sarcasmo, e come la imbarazza invece la corte di Matteo, che forse un giorno, è vero, ha amato, ma ora non più, benchè la sorella faccia di tutto per respingerla verso di lui. No, quando verrà quell’ingiusto, ella saprà riconoscerlo. Ancora una volta, nel duetto fra le sorelle, la musica ci fa capire i sentimenti e le ragioni di ognuno: la ripetizione della profezia ha ora il tono dell’assoluto.

La campanella di una slitta annuncia l’arrivo di Elemer. Ma prima che egli entri trionfante, Arabella confida a Zdenka il suo segreto: un giovane straniero, apparsole di sfuggita, l’ha turbata. Poi, rapidamente, di fronte alla pesante corte di Elemer, rientra nella sua parte: è martedì grasso, la mascherata finirà presto, e quella notte tutto si deciderà. lmpone a Zdenka di seguirla nella gita in slitta con Elemer. Di nuovo ha un soprassalto: vede ancora il giovane straniero, immagina che la stia cercando, lo vede scomparire. E’ il momento magico in cui l’amore si lascia presagire, e nella musica quel momento è più bello di ogni realtà.

E’ tipico in Strauss che a sospensioni di grande abbandono lirico seguano repentine riprese di tensione nello stile piano della conversazione, al dramma riservato. La scena tra Waldner e Adelaide ci informa ora di un altro fatto: il conte ha scritto al ricchissimo proprietario terriero sloveno Mandryka,, suo antico e ancor celibe compagno di reggimento, quanto grave sia la sua situazione, accompagnando la lettera con una fotografia di Arabella. Ma poichè il vecchio è morto, la lettera è stata aperta dal suo omonimo,  unico nipote ed erede. Per Mandryka veder la fotografia, innamorarsi della donna del ritratto e affrettarsi a Vienna per conquistarla in sposa è tutt’uno. Ed ecco giungere Mandryka, spiegare le sue intenzioni: nel suo carattere di paesano un po’ grezzo c’è fierezza e tenerezza, orgoglio e forza d’animo. Simpatizza con Waldner, gli presta del denaro, ma rimanda il momento in cui vedrà Arabella, perchè per lui non è un’avventura, ma cosa seria. Waldner rimane come inebetito: ha forse sognato? Poi esce per andare a giocare, mentre in scena tornano Zdenka e Matteo, frenetici e ancora ignari della situazione ma pieni come indica la musica, di presentimenti e di attese; mentre Arabella affida a un sognante monologo la sua speranza, la sua emozione.

Il second’atto è ancora più movimentato e incalzante. Non solo perchè si svolge in una sala dove si festeggia il ballo dei fiaccherai, tra canti e danze. Valzer, naturalmente: ma alla maniera teatrale di Strauss, intessuti nell’azione a far da corona ai colpi di scena. Che saranno tanti, forse incredibili se non si trattasse dell’ebbrezza del Carnevale, e del destino che stringe le sue fila. Eppure tutto sembra detto e concluso dopo la prima scena, nella quale Arabella e Mandryka finalmente si incontrano e si riconoscono nel1’amore. Un elemento simbolico: la grande scala da cui scende Arabella. E’ la discesa dal mondo dei sogni alla realtà. Con un velo d’ironia, però; se Mandryka vede “”un angelo che scende dal cielo!”” Waldner commenta: “”Già, finalmente! Sempre con una mezz’ora di ritardo!””. Ciò che segue è allora solo un differimento della gioia, perchè sia poi piena e calda su questa terra. Proveremo nostalgia per quel canto estatico di Milli, la beniamina dei fiaccherai, che con i suoi gorgheggi lanciati verso il cielo ci dice che anche se la festa finirà, è stato tanto bello 1’averla vissuta.

Che cosa è accaduto dunque nel secondo atto, dopo il duetto d’amore di Arabella e Mandryka? Arabella, felice, ha chiesto a Mandryka di lasciarle un’ora per danzare e dire addio alla sua vita di fanciulla, ain suoi amici: e Mandryka ha acconsentito. Zdenka, però, per frenare l’irruenza di Matteo, consegna al giovane disperato una chiave, quella della camera di Arabella, assicurandogli che Arabella l’ama e l’attende. Mandryka intercetta il messaggio e s`infuria, perde la testa; ad aumentare la sua gelosia viene un biglietto che l’informa che Arabella è partita. Nel grande tumulto che segue si arriva a una decisione: tutti si recheranno a casa, ossia all’albergo dove Arabella si è ritirata.

L’introduzione orchestrae al terzo atto, piuttosto un interludio, descrive una impetuosa scena d’amore. Non quella presunta di Arabella con Matteo: Zdenka, con coraggiosa risoluzioue, ha infatti preso il posto della sorella. Al1’aprirsi del sipario appare Arabella ancora in abito da sera, di ritorno dal ballo. Reagisce prima con sorpresa, poi con indignazione alle allusioni di Matteo, convinto di aver passato con lei quell’ora d’amore, e quindi alle accuse di Mandryka, che Waldner sfida comicamente a duello.A questo punto compare Zdenka in abiti femminili e in négligé.

L’equivoco è presto chiarito: Matteo comprende, naturalmente la sposerà. Mandryka è mortificato, teme di aver perso Arabella, che intanto esce. Poi torna sui suoi passi, chiede un bicchiere d’acqua pura e l’offre a Mandryka in segno di conciliazione, così come egli le aveva chiesto in omaggio a un’usanza della sua terra croata. Ora è tutto chiaro, splende come il sole: e i due innamorati possono rinnovarsi il giuramento di una fedeltà eterna.

 Musica Viva per il Teatro alla Scala, Stagione Opera e balletto 1991/1992

Articoli